mercoledì 16 maggio 2012

Warriors of the rainbow / 賽德克‧巴萊 ( Wei TeSheng / 魏德聖 , 2011 )

Giudizio: 6.5/10
I guerrieri e la porta del paradiso

Giunto ad Udine con le stigmate di uno dei più grandi kolossal prodotti nel 2011, cui ha fatto riscontro un successo di botteghino notevole ,una lunga scia di premi al Golden Horse, la Nomination all'Oscar ed essere entrato nella storia della cinematografia taiwanese come il film a più alto budget, prodotto in pompa magna da John Woo, Warriors of the rainbow ha confermato tutto quanto di buono e di meno buono si era detto in lungo e in largo.
La sua struttura epico-storica che narra della resistenza dei popoli indigeni di Taiwan contro l'invasione giapponese conferisce al lavoro un aura di grandiosità con la quale da ormai un po' di tempo si cerca di riscrivere la storia un po' a tutte le latitudini: in questo Warriors of the rainbow ha la sua ragione di essere, in quanto cerca con una certa precisione storica di costruire un racconto che sia , per quanto ammantato di un certo inevitabile nazionalismo, corrispondente agli episodi storici.

Laddove il film da il meglio di sè è senz'altro nella sua descrizione etnologica e culturale delle popolazioni indigene, nei loro usi e costumi, nel loro abbigliamento e nelle loro abitudini di vita quotidiana, avvalendosi di una moltitudine di comparse tutte a loro agio nel correre a piedi nudi nella foreste abbarbicate sulle montagne; deriva da ciò una pellicola che possiede un grande impatto visivo, che sfrutta al meglio le bellezze naturali e che si affida ad un digitale a dire il vero spesso invadente, e regala alcuni momenti di battaglia spettacolari e molto ben costruiti.
Dove invece non convince è in certi momenti in cui l'aspetto spirituale , che pure vorrebbe avere una parte importante nella storia, viene reso francamente in maniera troppo convenzionale , colorata di simbolismi artificiosi: certe immagini con l'arcobaleno che compare (porta per il paradiso secondo le credenze indigene) risultano forzate e molto poco coerenti con il resto del racconto.
Nonostante le numerose difficoltà che ha incontrato il regista nel corso degli anni a portare a termine un lavoro a lungo preparato, il film risulta valido, soprattutto per chi cerca alcuni canoni che sono vicini al kolossal hollywoodiano; sta di fatto che le due ore e mezza e passa di durata del film scorrono via abbastanza fluide confermando che l'impianto della pellicola è comunque robusto e capace di attrarre l'attenzione e l'interesse, evitando pericolose derive sociali che erano in agguato dietro ogni angolo.


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