mercoledì 23 maggio 2012

Moby Dick ( Park In-jae , 2011 )

Giudizio: 6/10
Le forze oscure che tramano nell'ombra

Un spettacolare e fragorosa esplosione che manda in frantumi un ponte ripresa dalle telecamere di una autostrada apre il film, ambientato nella Corea del 1994, appena uscita dalle sabbie mobili di una dittatura spietata ma ancora ben ossessionata dal pericolo nordista.
In perfetto stile da film che investiga, Moby Dick mette subito le carte in tavola: niente poliziotti cialtroni , violenti , incapaci e ubriaconi, qui tutto si svolge nelle redazioni di un giornale dal quale parte un piccolo manipolo di cronisti istigati dal personale desiderio di fare lo scoop della propria vita che dia un senso alla loro professione.
Questo perchè, anche grazie alle generosi delazioni di un amico di uno dei reporter, personaggio in parte  spia, in parte infiltrato e in parte delatore, è subito chiaro che dietro all'episodio nel quale muoiono solo gli attentatori si muove qualcosa di molto grosso, forze trasversali che vorrebbero controllare il paese in un momento così delicato.

Ne viene fuori un thriller strutturato come inchiesta giornalistica con influssi politici che ha sicuramente motivi per farsi apprezzare, se non altro perchè riesce sempre a mantenere la giusta tensione, tra colpi di scena e scene d'azione.
Il titolo che rimanda al capolavoro letterario di Melville trova una possibile spiegazione non tanto nel racconto di una ossessione quanto in una fugace scena onirica in cui un uomo in mare fa il suo incontro con enorme cetaceo, il che tutto sommato appare come una forzatura piuttosto che una colta citazione; sta di fatto che nel suo insieme il film presenta una discreta solidità sacrificando forse  una più accurata analisi dei protagonisti e della loro ferrea volontà ad inseguire l'inchiesta che cambierebbe la loro esistenza.
Quello che maggiormente risulta bene riuscito è la descrizione del periodo storico, ammantato di paure e insicurezza in cui sottotraccia si consumano cospirazioni nelle quali il terrore del pericolo comunista è sempre in agguato; l'inchiesta, a volte, sembra più indirizzata a scoprire quello che si muove nell'ombra che a giungere alla soluzione del caso e questo muoversi tra varie tematiche non sempre offre risultati apprezzabili.
Film comunque che merita una visione, se non altro perchè tenta di riportare in auge un sottogenere, quello dell'inchiesta giornalistica, che dai tempi del Watergate ha perso molto del suo smalto.

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