Azione frenetica e di qualità assicurata
Pellicola scelta per chiudere il FEFF, The viral factor non tradisce le attese: azione a volontà, tecnica perfetta, tensione che non cala mai e che tiene incollati allo schermo tra esplosioni, auto che si ribaltano, blindati che esplodono e inseguimenti vari.
E' un film a chiara impronta Dante Lam , regista che raramente tradisce, soprattutto se quello che si cerca è azione convulsa e spettacolare. Vero che Lam ha saputo regalare anche lavori che presentavano una bella dose di introspezione , addirittura con accenni minimalisti, ma la sua mano, soprattutto nei moneti caldi del film si vede e, comunque, non manca di introdurre nel corso del racconto aspetti da melodramma.
Lo stesso incipit del film ci mette sul chi va là , allorquando si sentono le parole di uno dei protagonisti.
Il film entra poi subito nel suo clima roboante raccontandoci di come sia in atto un tentativo di rilanciare su grande scala le armi biologiche: protagonisti all'interno dell'intrigo due fratelli schierati su barricate diverse , ignari dell'esistenza uno dell'altro; uno facente parte delle forze di sicurezza internazionale, che nella lunga azione iniziale ambientata in Giordania perde la fidanzata anch'essa agente speciale e rimane gravemente ferito, e l'altro criminale al soldo dei faccendieri; quando le due strade si intersecano è il legame di sangue che segnerà il prosieguo del percorso in un ancestrale ritorno ai valori di fratellanza e di famiglia.
Passando dalla Giordania alla Malaysia, tendendosi accuratamente alla larga dalla Cina, Dante Lam racconta una storia di intrighi, di corruzione e di violenza focalizzando lo sguardo soprattutto sulle sfrenate scene d'azione, lunghissime, coinvolgenti ed estreme, lasciando sullo sfondo l'approfondimento sui personaggi sui quali si sente comunque il peso del passato e della loro problematicità e confeziona un epilogo che torna su atmosfere quasi mistiche e sovrannaturali, nello stesso modo in cui veniva introdotto il racconto.
I due eroi che partono da posizioni opposte ma che inevitabilmente giungono a contatto richiamati dal legame di sangue sono perfettamente coerenti coi personaggi che Lam ama disegnare, solo che in The viral factor c'è poco spazio per l'interiorizzazione, preferendo invece i canoni del genere dell'action movie Hkese e poco importa se in qualche momento si nota una certa deriva hollywoodiana; se doveva essere action movie frenetico ed eccessivo il risultato è raggiunto brillantemente.
L'accoppiata Nicholas Tse-Jay Chou se la cava egregiamente riuscendo ad essere convincenti nei momenti di pura azione così come in quelli gettano sullo schermo le loro esistenze travagliate, ottima prova anche di Andy On nella parte di uno dei terroristi, a ben guardare, probabilmente, il migliore della pattuglia
Di Lam ho visto diversi film e credo che sia un grande regista di scene action mentre penso che sia poco adatto a dosare il melodramma che si sforza di inserire in parecchi suoi film sia per i limiti attoriali sia perchè secondo me calca un po' troppo la mano. Però per come usa la cinepresa ha la mia attenzione assicurata!
RispondiEliminaQuanto dici in parte è vero, però Lam ha una buona capacità a costruire i personaggi nella loro problematicità che è sempre alla base delle loro scelte; anche in un film come The viral factor, apoteosi dell'action, riesce comunque, magari solo accennandoli, a disegnare dei contorni chiari ai suoi personaggi.
RispondiEliminaDal punto di vista tecnico, nulla da eccepire: sicuramente al momento è tra i più grandi registi di action movie.
PS scusa il ritardo nella risposta, ma il tuo post mi era totalmente sfuggito :)