Giudizio: 7.5/10
La foresta che inghiotte e l'amore in altura
Riformata la coppia storica col fido Wai KaFai, Johnnie To torna alla commedia dopo Life without principle, abbandonando Hong Kong e ambientando il racconto tra le montagne dello Yunnan, quelle appunto in cui l'aria è leggera e rarefatta.
E' la storia dell'incontro tra un divo HKese alla deriva tra guai famigliari e alcool e una donna che gestisce un albergo il cui marito è scomparso ormai da anni nella foresta, inghiottito e mai restituito.
Michael Lau si ritrova quasi per caso, come trasportato dalla corrente nel verde paesaggio montagnoso, ubriaco ed incapace di pensare a se stesso, Sue si prende subito cura di lui tra la pruriginosa curiosità dei montanari increduli.
La collisione tra i due diventa inevitabile, due entità che vagano alla ricerca di una stabilità, almeno fino a quando una volta ristabilitosi e abbandonate le fattezze da Castaway Michael viene reclamato a gran voce dallo star system che lo preleva di peso dal suo rifugio non senza aver conosciuto prima la storia di Sue e del marito disperso.
L'epilogo a lieto fine, seppur avvolto da una certa dose di mestizia e di dramma, è assicurato, con tanto di omaggio al Cinema capace di creare una realtà illusoria ma che riesce comunque a consolare.
Contrariamente alle altre commedia firmate dalla celebre coppia, qui l'aspetto romantico è indubbiamente conservato, difettando semmai di quella brillantezza che molto spesso era capace di strappare il sorriso; vero che nella prima parte si ritrovano momenti anche divertenti, ma la narrazione è costantemente intrisa di una certa drammaticità che è in grado di stemperare anche il finale rassicurante.
Insieme alla immagine quasi metafisica della foresta che ingloba chiunque vi si avventuri, il film attinge molto alle spettacolari immagini naturalistiche , mostrando un paesaggio che non stupisce possa avere un effetto taumaturgico sul protagonista, così violentemente in contrasto con l'ambiente urbanizzato che quasi sempre fa da sfondo ai lavori del Maestro HKese.
Anche l'omaggio al cinema che ci regala To nel finale, oltre ad offrire una via d'uscita originale alla storia d'amore, sembra quasi volerne esaltare il suo fine salvifico nel momento in cui può , almeno per un attimo, ricostruire una realtà diversa ed offrirla come regalo alla protagonista come conclusione della sua storia d'amore con il marito scomparso.
Chiaro che per i cultori del Johnnie To di stampo gangsteristico potrebbero trovare questo ultimo lavoro poco interessante , quando non addirittura brutto, ma contestualizzando la pellicola all'interno del genere cui si rivolge, Romancing in thin air è tutto sommato un buon film in cui non è difficile riconoscere la mano del regista, capace di costruire un lavoro tecnicamente valido, che possiede i giusti ritmi, sa fare sorridere e sa anche commuovere nel finale in cui melodramma e sentimento di fondono con buona resa; semmai rimane da interrogarsi sulla scelta di abbandonare i toni da commedia puramente brillante come erano quelli di Don't go breaking my heart in favore di una narrazione che sembra voler rivolgersi anche al dramma.
L'accoppiata Louis Koo- Sammi Cheng funziona bene: il primo sa ben passare dal ruolo da divo a quello di barbone e viceversa , la seconda regala una interpretazione ben equilibrata tra brillantezza e malinconia.
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