Giudizio: 7/10
Donne alla riscossa (all'ombra dei cedri)
Opera prima della splendida e brava Nadine Labaki, finalmente un film (pluripremiato) che parla di donne uscendo dall'americaneggiante clichè delle casalinghe disperate e inquiete.
Tutta la storia ruota intorno ad un salone di bellezza di Beirut in cui si ritrovano persone all'apparenza così distanti tra loro, ma ognuna con la sua piccola grande storia: l'amante di un uomo sposato destinata a fare da amante per tutta la vita, la signora matura che però vorrebbe avere 25 anni e che aspira a ruoli da velina, la sciampista in conflitto con la sua omosessualità, la promessa sposa di origini musulmane che teme per la verginità persa che non può portare in dote per le nozze; su tutto aleggia , presenza impalpabile ma altamente peccaminosa, il caramello , usato come sadica cera depilatoria, ma anche assaporato con piacevole sensualità dalle protagoniste. La storia si snoda leggera, si respira quasi l'odore del medio oriente, mai una caduta di stile ( sempre dietro l'angolo in contesti simili), colori pastellati , dialoghi secchi e anche lunghi silenzi, sensualità sempre presentata con grande classe e con rassicurante candore.
Le tematiche del film , molte a dire il vero, sono appena accennate, presentate con discrezione senza cadere nel citazionismo, lasciate molto alla capacità dello spettatore di afferarle e svilupparle. La sensibilità della regista confezione una bella storia, in cui la solidarietà femminile si impone come arma vincente per superare i propri drammi personali: raramente si era visto una donna raccontare una storia di donne in maniera così sussurata, senza urla, ma con grande forza e tenerezza.
Tutta la storia ruota intorno ad un salone di bellezza di Beirut in cui si ritrovano persone all'apparenza così distanti tra loro, ma ognuna con la sua piccola grande storia: l'amante di un uomo sposato destinata a fare da amante per tutta la vita, la signora matura che però vorrebbe avere 25 anni e che aspira a ruoli da velina, la sciampista in conflitto con la sua omosessualità, la promessa sposa di origini musulmane che teme per la verginità persa che non può portare in dote per le nozze; su tutto aleggia , presenza impalpabile ma altamente peccaminosa, il caramello , usato come sadica cera depilatoria, ma anche assaporato con piacevole sensualità dalle protagoniste. La storia si snoda leggera, si respira quasi l'odore del medio oriente, mai una caduta di stile ( sempre dietro l'angolo in contesti simili), colori pastellati , dialoghi secchi e anche lunghi silenzi, sensualità sempre presentata con grande classe e con rassicurante candore.
Le tematiche del film , molte a dire il vero, sono appena accennate, presentate con discrezione senza cadere nel citazionismo, lasciate molto alla capacità dello spettatore di afferarle e svilupparle. La sensibilità della regista confezione una bella storia, in cui la solidarietà femminile si impone come arma vincente per superare i propri drammi personali: raramente si era visto una donna raccontare una storia di donne in maniera così sussurata, senza urla, ma con grande forza e tenerezza.
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