Giudizio: 8.5/10
Lavagne bianche da scrivere
Le distese innevate e senza fine al confine tra Minnesota e North Dakota appaiono come una tabula rasa sulla quale la solita (nel senso usuale) corte dei miracoli dei fratelli Coen tenta di scrivere le proprie gesta che oscillano tra il grottesco e il tragico, con un profondissimo senso di inadeguatezza ai ruoli auotassegnatisi, ma spinta da una avidità senza limiti.
Tutti sembrano infilati nel loro ruolo senza un minimo di coscienza e di moralità : il venditore di auto sfigato e represso dalla famiglia e dal suocero che si improvvisa ideatore di un piano maldestro quanto prevedibile pur di fare soldi, una coppia di sgangherati gaglioffi, esecutori del piano cui nessuno metterebbe in mano neppure la propria auto da rottamare, il suocero che sembra un epigono del peggior John Wayne, intriso del tipico individualismo americano , le battone del motel che sembrano uscite da un film di stanlio e ollio, la stessa poliziotta che risolve (si fa per dire) il caso che gira a 20 gradi sotto zero trascinando una ridicola pancia pregna e che non brilla certo di astuzia, nonchè sposata ad un mezzo pittore che pensa solo a farla mangiare con fare da ebete.
E' la solita umanità tarata avviata a folle velocità nel baratro, intrisa dei peggiori difetti e delle più smodate e bieche ambizioni , assolutamente priva di coscienza e di "moralità" ; è il solito grandioso affresco di una società che i fratelloni conoscono bene e che sembrano voler redimere spiattellandolgi in faccia i suoi atavici difetti.
I Coen si muovono alla grande in queste tematiche, ci stupiscono col sarcasmo e col grottesco (esilarante, seppur drammatica, la macchina trita cadaveri che tinge di rosso la neve) ma un attimo dopo ci gelano col senso del dramma e della tragedia.
La tabula rasa bianca diventa allora una pagina di grande cinema, ma diventa anche il senso del profondo disagio e della frustrazione che carpisce una umanità ormai priva di tutto.
Tutti sembrano infilati nel loro ruolo senza un minimo di coscienza e di moralità : il venditore di auto sfigato e represso dalla famiglia e dal suocero che si improvvisa ideatore di un piano maldestro quanto prevedibile pur di fare soldi, una coppia di sgangherati gaglioffi, esecutori del piano cui nessuno metterebbe in mano neppure la propria auto da rottamare, il suocero che sembra un epigono del peggior John Wayne, intriso del tipico individualismo americano , le battone del motel che sembrano uscite da un film di stanlio e ollio, la stessa poliziotta che risolve (si fa per dire) il caso che gira a 20 gradi sotto zero trascinando una ridicola pancia pregna e che non brilla certo di astuzia, nonchè sposata ad un mezzo pittore che pensa solo a farla mangiare con fare da ebete.
E' la solita umanità tarata avviata a folle velocità nel baratro, intrisa dei peggiori difetti e delle più smodate e bieche ambizioni , assolutamente priva di coscienza e di "moralità" ; è il solito grandioso affresco di una società che i fratelloni conoscono bene e che sembrano voler redimere spiattellandolgi in faccia i suoi atavici difetti.
I Coen si muovono alla grande in queste tematiche, ci stupiscono col sarcasmo e col grottesco (esilarante, seppur drammatica, la macchina trita cadaveri che tinge di rosso la neve) ma un attimo dopo ci gelano col senso del dramma e della tragedia.
La tabula rasa bianca diventa allora una pagina di grande cinema, ma diventa anche il senso del profondo disagio e della frustrazione che carpisce una umanità ormai priva di tutto.
Mentre invece Fargo è davvero un film perfetto !
RispondiEliminaBuona serata...
Sicuramente è un film emblematico, molto coerente con i precedenti , a partire da quel blood simple che li portò alla ribalta.
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