Giudizio: 8.5/10
Bong e il mostro
Un feroce e gigantesco mostro dalle fattezze simili ad un incrocio tra un iguana e un T-Rex, viene generato dalle acque del fiume Han, il corso d'acqua che attraversa Seoul, a causa della maldestra manipolazione e smalitmento di grandi quantità di formaldeide da parte di una organizzazione militare americana.
Come incipit, chi non ha visto il film, potrebbe essere tentato a pensare al solito b-movie americaneggiante catastrofico che appesta e tormenta ormai da anni il mondo cinematografico. E invece no, qui siamo dalle parti del Grande Cinema : un film girato con enorme maestria tecnica dal sempre più valido Bong, che cala la sua creatura (ottimamente manipolata digitalmente) in uno scenario che è quello della vita quotidiana che si svolge sulle rive del fiume in città, tragicamente sconvolta dall'emergere improvviso del mostro dalle acque (scena tecnicamente prodigiosa) e in particolare nella vita di una famiglia dalle apparenze sgangherate che quando però l'enorme anfibio rapisce la piccola di casa, trova una sorprendente coesione nella affannosa ricerca della fanciulla scomparsa, abilmente schivando le autorità che cercano di fermarli.
Un autentico colpo di teatro, un'entità emersa dalle acque del fiume che volteggia da un pilone all'altro dei ponti con la leggiadria di un grande ginnasta venuta a svelarci la difficoltà e la tragicità dei rapporti familiari, con un pater che probabilmente ha sbagliato molto nella vita, un figlio che più suonato di così non potrebbe essere, una figlia che primeggia nel tiro con l'arco , racchiudendo però in sè paure e incertezze che la fermano sempre a un passo dal trionfo e questa giovane bambina strappata dal mostro.
Bong descrive con grande delicatezza l'incontro-scontro di queste personalità che emergono in un momento così grave, mentre vediamo la piccola cercare con molto spirito di evitare il pasto immondo da parte del lucertolone, prigioniera nei canali sotto i ponti adiacenti al fiume.
Chi si aspetta grandi effetti speciali rimarrà deluso, così come chi pensa a finali fatti di armi iprtecnologiche schierate contro il mostro: il film tutto corre, sempre, su un binario di rigorosità stilistica notevole , con un uso magistarale delle riprese mettendo al centro della scena il piccolo microcosmo della famiglia protagonista in lotta non solo contro il lucertolone, ma anche contro la protervia di chi pensa alla sicurezza nazionale; non vengono risparmiate frecciate al cianuro agli americani che dopo avere fatto il danno, vogliono usare un rimedio che sembra peggiore del male e non manca certo una strizzata d'occhio al mondo ambientalista. Tutto però costantemente con lievi colpi di pennello, come il pittore che vuole sussurrare alla tela e non possederla.
Qualcuno ha definito questo film il piu bel monster movie di sempre; come sempre tali affermazioni mancano di equilibrio, ma non c'è dubbio alcuno che l'opera si staglia per originalità, stile, suspance e coinvolgimento, con un finale che da un lato ci consola e dall'altro ci inquieta non poco.
Come incipit, chi non ha visto il film, potrebbe essere tentato a pensare al solito b-movie americaneggiante catastrofico che appesta e tormenta ormai da anni il mondo cinematografico. E invece no, qui siamo dalle parti del Grande Cinema : un film girato con enorme maestria tecnica dal sempre più valido Bong, che cala la sua creatura (ottimamente manipolata digitalmente) in uno scenario che è quello della vita quotidiana che si svolge sulle rive del fiume in città, tragicamente sconvolta dall'emergere improvviso del mostro dalle acque (scena tecnicamente prodigiosa) e in particolare nella vita di una famiglia dalle apparenze sgangherate che quando però l'enorme anfibio rapisce la piccola di casa, trova una sorprendente coesione nella affannosa ricerca della fanciulla scomparsa, abilmente schivando le autorità che cercano di fermarli.
Un autentico colpo di teatro, un'entità emersa dalle acque del fiume che volteggia da un pilone all'altro dei ponti con la leggiadria di un grande ginnasta venuta a svelarci la difficoltà e la tragicità dei rapporti familiari, con un pater che probabilmente ha sbagliato molto nella vita, un figlio che più suonato di così non potrebbe essere, una figlia che primeggia nel tiro con l'arco , racchiudendo però in sè paure e incertezze che la fermano sempre a un passo dal trionfo e questa giovane bambina strappata dal mostro.
Bong descrive con grande delicatezza l'incontro-scontro di queste personalità che emergono in un momento così grave, mentre vediamo la piccola cercare con molto spirito di evitare il pasto immondo da parte del lucertolone, prigioniera nei canali sotto i ponti adiacenti al fiume.
Chi si aspetta grandi effetti speciali rimarrà deluso, così come chi pensa a finali fatti di armi iprtecnologiche schierate contro il mostro: il film tutto corre, sempre, su un binario di rigorosità stilistica notevole , con un uso magistarale delle riprese mettendo al centro della scena il piccolo microcosmo della famiglia protagonista in lotta non solo contro il lucertolone, ma anche contro la protervia di chi pensa alla sicurezza nazionale; non vengono risparmiate frecciate al cianuro agli americani che dopo avere fatto il danno, vogliono usare un rimedio che sembra peggiore del male e non manca certo una strizzata d'occhio al mondo ambientalista. Tutto però costantemente con lievi colpi di pennello, come il pittore che vuole sussurrare alla tela e non possederla.
Qualcuno ha definito questo film il piu bel monster movie di sempre; come sempre tali affermazioni mancano di equilibrio, ma non c'è dubbio alcuno che l'opera si staglia per originalità, stile, suspance e coinvolgimento, con un finale che da un lato ci consola e dall'altro ci inquieta non poco.
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