sabato 20 giugno 2009

Confidenze troppo intime ( Patrice Leconte , 2003 )


Giudizio: 7.5/10
L'arte di sapere ascoltare


La donna cammina per strada e si sente odore di Hitchcock, entra in un lungo corridoio e sembrano spuntare i fratelli Coen, entra nella stanza e tutto sembra condurre ad una gag alla Totò. Ma da questa magistrale scena iniziale in poi si prova disagio, profondo disagio: per la donna che cerca aiuto e qualcuno che la ascolti e le dia le attenzioni che il suo uomo le nega; per lui (fiscalista scambiato per psicanalista), separato,che non sa che pesci prendere fino a che l'attrazione avrà il sopravvento; per il marito, menomato fisicamente e psicosessualmente con fantasie voyeuristiche.
E' il disagio di vedere e ascoltare persone che non trovano la loro giusta controparte , che vagano, fantasticano, millantano e che hanno solo un gran desiderio di trovare qualcuno che recepisca: che ascolti anche le loro intime confessioni, le descrizioni degli orgasmi, le loro fantasie.
E allora, in un film in cui i due (e non si capisce bene chi è più alla ricerca di qualcosa dell'altro)si danno del "lei" fino alla fine, nonostante l'intimità profonda che li lega, sale lentamente ma inesorabilmente la tensione erotica (stupende le pose che assume la Bonnaire sul divanetto rosso)che mette in mostra , sottilmente ma con precisione chirurgica, quanto profonda e violente può essere l'attrazione "verbale".
Seppur con un finale un po' troppo rassicurante, la storia è bella e l'atmosfera, apparentemente claustrofobica, mostra un grande orizzonte: quello dei sentimenti umani, troppo spesso tenuti pudicamente nascosti, quello delle parole ascoltate da chi vuole ascoltare ; non serve lo psicanalista (siamo tutti un po' freud) occorre solo qualcuno che ascolti , che non si spaventi e fugga , neppure di fronte alla descrizione di un orgasmo femminile.

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