sabato 5 settembre 2009

Ab-normal beauty ( Oxide Pang , 2004 )


Giudizio: 4/10
Guazzabuglio mortale


Questo film di Oxide Pang meriterebbe un lunghissimo sottotitolo per spiegare come, da un'idea bella e (potenzialmente) foriera di grandi riflessioni, si possa creare invece un film che, seppur girato con tecnica magistrale, risulta essere un guazzabuglio quasi irritante , privo di una sceneggiatura degna di tal nome.
Jiney è una giovane appassionata di arte che studia con profitto , dipinge e fotografa con innato talento e che nonostante ciò, si intuisce, non trova piena soddisfazione creativa nei suoi lavori. La molla scatta quando assistendo ad un incidente mortale si trova morbosamente attratta dal riprendere scene di morte, spinta a ciò da un traumatico evento occorsole in età infantile.
L'emergere di questo lato oscuro la porterà a cercare immagini di morte, siano esse suicidi o polli sgozzati, con comportamenti ossessivi fin sull'orlo della follia; solo la sua amica Jasmine, che prova verso di lei un amore neppure tanto celato, riesce a ricondurla alla ragione spingendola a rivedere il rapporto con la madre, colpevolmente troppo assente.
Tutto risolto? No, per nulla, perchè da non ci capisce bene dove spunta fuori un maniaco che inizia a inviarle video snuff in cui massacra giovani ragazze. Lo scontro finale sarà inevitabile e ovviamente truce.
Lungi dallo sfruttare l'idea iniziale che ne avrebbe permesso la realizzazione di un thriller psicologico bello e interessante, Pang chiude frettolosamente troppi momenti topici del film (la relazione lesbica, il trauma infantile, la figura della madre, l'istinto suicida) e costruisce un finale che oltre a non entrarci nulla, mostra scene di inaudita violenza assolutamente avulse dal contesto del resto del film.
Ed è un vero peccato, perchè il film è girato molto bene dal punto di vista tecnico, con un contorno musicale molto valido che ben si fonde alle scene, con un alternanza di colori cupi e sfocati e scene ben definite e lineari, con un ritmo che a volte è quello del video clip e altre quello del film minimalista e intimistico. Senz'altro la prima parte risulta essere la più valida con momenti anche molto belli, ma soffre però di una approssimazione veramente imperdonabile, una superficialità di lettura che mal si sposa al talento di Pang.
Alla fine sorge, come spesso avviene, la domanda cosmica metaforica: "Vale la pena comprare qualcosa solo perchè ha una bella confezione?"

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