lunedì 14 settembre 2009

Retribution ( Kiyoshi Kurosawa , 2006 )


Giudizio: 6.5/10
Noir o ghost story ?

Kiyoshi Kurosawa ci ha abituato da tempo ormai a pellicole spesso belle , sempre originali e mai scontate, motivo per cui il mezzo passo falso fatto con Retribution lascia molto amaro in bocca. Senz'altro il filo conduttore del film è interessante e potrebbe portare , tra le sapienti mani del regista, a risultati eccellenti, ma purtroppo l'operazione non riesce e il risultato è un film abbastanza discontinuo, privo di organicità , soprattutto per l'aver voluto intersecare due generi (noir e ghost story) che poco collimano tra loro.
L'inizio è in perfetto stile noir-poliziesco con tanto di poliziotto trasandato nell'immancabile impermeabile alla tenente Colombo e scena del crimine ricca di nastri gialli e poliziotti all'opera: il detective Yoshioka si trova infatti ad indagare su alcuni crimini in cui il comune denominatore è l'affogamento della vittima nell'acqua marina. Ma quando lo stesso detective inizia ad essere perseguitato da una inquietante donna vestita di rosso , la cui prima apparizione tende il filo della tensione ad ottimi livelli e che si presenta quasi sempre preceduta da una scossa sismica e da un urlo lancinante ,la storia vira verso il più classico dei film di fantasmi. Questa presenza sarà per il nostro eroe persecuzione prima e catarsi poi, grazie ad un processo che porterà alla luce i ricordi prima , i sensi di colpa e il rimorso che albergano nascosti in lui dopo.
Tutto ciò in mano ad un pezzo da novanta come Kurosawa avrebbe potuto essere foriero di momenti di altissima cinematografia, il regista però indugia troppo tra le due anime del film, l'originalità dell'idea si perde in una strutture debole,a volte addirittura noiosa e a poco serve, sul giudizio finale, la magistrale regia, le belle riprese esterne in una Tokyo livida, piovosa e squallida quanto basta e gli interni in cui la luce è ben dosata.
Il messaggio morale del film è chiaro: i fantasmi sono le nostre paure e le aree buie della nostra anima che ogni tanto affiorano , ci spaventano e ci lanciano in faccia come fango quello che non vorremmo mai sentire o vedere.

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