Giudizio: 6.5/10
Guerre laceranti
Stavolta Loach abbandona (solo apparentemente) le tematiche sociali attuali per prendere di petto quello che è stato uno dei drammi più laceranti del XX secolo: la guerra civile anglo-irlandese degli anni 20 , che rimane, volenti o nolenti, uno dei macigni più grandi sulla coscienza degli inglesi.
Vero però anche che questa trasposizione temporale non fa perdere al regista il filo logico delle sue opere: la denuncia delle iniquità politche e sociali.
La storia si focalizza negli anni 20 , periodo in cui la guerra tra irlandesi e inglesi è al culmine prima di giungere ad una conclusione diplomatica che di fatto chiude una pagina, ma ne apre un'altra, ben più dolorosa: il conflitto che contrappone gli irlandesi favorevoli al trattato che lascia loro un minimo di autonomia e coloro che invece vogliono continuare a combattere per ottenere un completo e reale affrancamento dalla corona.
Vediamo quindi dapprima i giovani irlandesi combattere armi in mano contro il nemico, rifugiandosi in montagna , addestrandosi ed effettuando azioni di guerriglia clamorose, poi vediamo gli stessi contrapposti in schieramenti diversi , venendo meno anche ai legami di amicizia e di famiglia. Indubbiamente la seconda parte del film è quella più interessante e bella, proprio perchè le dinamiche politiche (e di potere) vanno a scalfire le certezze che anni di amicizia avevano cementato. In questa fase diventa una bella riflessione sul potere, sulla lotta politica, sulla devastazione morale che le guerre possono arrecare.
Il finale è indubbiamente tragico, fin troppo, e vuole proprio dimostrare l'assurdità delle contrapposizioni estreme seppur sostenute da grandi ideali.
Loach guarda sempre con molta attenzione il substrato sociale in cui si muovono i protagonisti, il suo cinema è sempre e comunque denuncia; qui forse lo è meno, evidentemente più interessato ai drammi privati.
Il film vale la visione, ma personalmente trovo più fresco, pungente e incisivo il Loach che descrive e denuncia le storture sociali contemporanee.
Vero però anche che questa trasposizione temporale non fa perdere al regista il filo logico delle sue opere: la denuncia delle iniquità politche e sociali.
La storia si focalizza negli anni 20 , periodo in cui la guerra tra irlandesi e inglesi è al culmine prima di giungere ad una conclusione diplomatica che di fatto chiude una pagina, ma ne apre un'altra, ben più dolorosa: il conflitto che contrappone gli irlandesi favorevoli al trattato che lascia loro un minimo di autonomia e coloro che invece vogliono continuare a combattere per ottenere un completo e reale affrancamento dalla corona.
Vediamo quindi dapprima i giovani irlandesi combattere armi in mano contro il nemico, rifugiandosi in montagna , addestrandosi ed effettuando azioni di guerriglia clamorose, poi vediamo gli stessi contrapposti in schieramenti diversi , venendo meno anche ai legami di amicizia e di famiglia. Indubbiamente la seconda parte del film è quella più interessante e bella, proprio perchè le dinamiche politiche (e di potere) vanno a scalfire le certezze che anni di amicizia avevano cementato. In questa fase diventa una bella riflessione sul potere, sulla lotta politica, sulla devastazione morale che le guerre possono arrecare.
Il finale è indubbiamente tragico, fin troppo, e vuole proprio dimostrare l'assurdità delle contrapposizioni estreme seppur sostenute da grandi ideali.
Loach guarda sempre con molta attenzione il substrato sociale in cui si muovono i protagonisti, il suo cinema è sempre e comunque denuncia; qui forse lo è meno, evidentemente più interessato ai drammi privati.
Il film vale la visione, ma personalmente trovo più fresco, pungente e incisivo il Loach che descrive e denuncia le storture sociali contemporanee.
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