Giudizio: 7.5/10
Tutto in una notte
Tutto in una notte, si potrebbe dire parafrasando Scorsese; tutta una notte per ritrovare una maledetta pistola persa dal sergente Lo (un prodigioso Lam Suet, finalmente protagonista ) dopo avere avuto un incontro scontro con gli scagnozzi di un boss malavitoso , iniziato in un ristorante ,con la solita memorabile scena marchiata dalle stigmate di Johnnie To assolutamente doc, e concluso in un vicolo, proprio mentre il boss nel ristorante veniva pugnalato mortalmente. Le disaventure di Lo si intersecano con le azioni di pattuglia della PTU (Police Tactical Unit), un gruppo di poliziotti adibiti al controllo notturno della città capitanati dal tenente Mike Ho (un convincentissimo Simon Yam) e con la non certo gradevole presenza di una sovrintendente di polizia in cerca di delinquenti cui dona volto ,ghigno ed una certa isteria una Ruby Wong che ben se la cava in mezzo a tanti uomini. Fa da sfondo alla storia, ma di fatto ne è protagonista come quasi sempre con To, una Hong Kong questa volta un po' diversa, buia, solo luci bluastre al neon e una certa dosa di degrado, ma non per questo meno bella e affascinante, splendido palcoscenico che si integra alla perfezione con i personaggi.
Tutti sono ingabbiati nel loro ruolo, qualcuno alla ricerca di una via di uscita da una condizione difficile; non manca , strisciante come al solito, il forte senso di lealtà e di onore che lega tra loro i poliziotti, il senso della vendetta che anima il boss colpito negli affetti personali con l'uccisione del figlio; le storie si intrecciano , si sfiorano, a volte cozzano l'une con l'altre , ma il regista trova sempre la via d'uscita, lineare e spettacolare in una scena finale che sembra un western in perfetto stile.
Insomma, anche stavolta Johnnie To va a bersaglio con una pellicola bella, affascinante che va ad aggiungersi alla serie di piccoli grandi gioielli; ormai To è una certezza e vedere un suo film è come andare al risorante preferito da cui si esce sempre soddisfatti.
Tutti sono ingabbiati nel loro ruolo, qualcuno alla ricerca di una via di uscita da una condizione difficile; non manca , strisciante come al solito, il forte senso di lealtà e di onore che lega tra loro i poliziotti, il senso della vendetta che anima il boss colpito negli affetti personali con l'uccisione del figlio; le storie si intrecciano , si sfiorano, a volte cozzano l'une con l'altre , ma il regista trova sempre la via d'uscita, lineare e spettacolare in una scena finale che sembra un western in perfetto stile.
Insomma, anche stavolta Johnnie To va a bersaglio con una pellicola bella, affascinante che va ad aggiungersi alla serie di piccoli grandi gioielli; ormai To è una certezza e vedere un suo film è come andare al risorante preferito da cui si esce sempre soddisfatti.
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