Giudizio: 8.5/10
Altro gioiello
Opera seconda del talentuoso Lorenzo Bianchini che già ci aveva colpito con Radice quadrata di Tre; anche stavolta film a budget inestistente, semiamatoriale,e anche stavolta film bello, horror degno di tal nome.
Il Professor Del Colle, studioso di storia dell'arte, entra in possesso di alcuni documenti che lo inducono ad iniziare una ricerca su degli eventi che risalgono fino al tempo dell'Inquisizione; misteriosamente scomparso lo studioso, un giornalista che ne seguiva il lavoro si mette sulle tracce della sua ricerca che lo condurranno alla scoperta di un affresco che contiene le indicazioni decisive alla soluzione del mistero che si avrà in un finale agghiacciante e amaro e che ruota intorno a strani riti che si svolgono in alcuni paesini del Friuli.
La forza di questo film , a differenza di Radice quadrata di Tre molto più istintivo, sta in una sceneggiatura ben costruita che semina indizi sottili e appena percettibili ma che risultano essere poi fondamentali nel costruire una tensione ben strutturata. Il regista impreziosisce il tutto con un uso della telecamera magistrale, con immagini scure e flebili, mancando totalmente gli effetti speciali (troppo costosi) e quel po' di splatter che in un horror ci sta sempre bene, riuscendo comunque a farci sobbalzare sulla sedia svariate volte e sempre con grande efficacia.
Chiari i rimandi ad un certo horror italico del tempo che fu (Dario Argento in primis) ed altrettanto chiaro il fulgido talento del regista nel saper costruire un film che entra senza sforzo alcuno nel solco tracciato da quei Maestri.
Attendiamo con ansia qualcuno che abbia il coraggio di mettere sul piatto della bilancia un budget degno di tal nome per permettere a registi come Bianchini di portare una ventata fresca in una cinematografia cronicamente asfittica.
Il Professor Del Colle, studioso di storia dell'arte, entra in possesso di alcuni documenti che lo inducono ad iniziare una ricerca su degli eventi che risalgono fino al tempo dell'Inquisizione; misteriosamente scomparso lo studioso, un giornalista che ne seguiva il lavoro si mette sulle tracce della sua ricerca che lo condurranno alla scoperta di un affresco che contiene le indicazioni decisive alla soluzione del mistero che si avrà in un finale agghiacciante e amaro e che ruota intorno a strani riti che si svolgono in alcuni paesini del Friuli.
La forza di questo film , a differenza di Radice quadrata di Tre molto più istintivo, sta in una sceneggiatura ben costruita che semina indizi sottili e appena percettibili ma che risultano essere poi fondamentali nel costruire una tensione ben strutturata. Il regista impreziosisce il tutto con un uso della telecamera magistrale, con immagini scure e flebili, mancando totalmente gli effetti speciali (troppo costosi) e quel po' di splatter che in un horror ci sta sempre bene, riuscendo comunque a farci sobbalzare sulla sedia svariate volte e sempre con grande efficacia.
Chiari i rimandi ad un certo horror italico del tempo che fu (Dario Argento in primis) ed altrettanto chiaro il fulgido talento del regista nel saper costruire un film che entra senza sforzo alcuno nel solco tracciato da quei Maestri.
Attendiamo con ansia qualcuno che abbia il coraggio di mettere sul piatto della bilancia un budget degno di tal nome per permettere a registi come Bianchini di portare una ventata fresca in una cinematografia cronicamente asfittica.
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