Giudizio: 7.5/10
Wong on the road
Lo abbiamo atteso tre anni il nuovo lavoro di Wong e le attese non sono andate deluse; il grande Maestro trasvola l'Oceano, esce dalla sua splendida Hong Kong e si cimenta in una opera che più yankee non poteva essere. Si affida al volto della bravissima debuttante Norah Jones (Elizabeth) nonchè all'ex ragazzaccio Jude Law (Jeremy), entrambi più che ispirati ed assi portanti della storia.
Elizabeth è una ragazza che vive a New York , irrimediabilmente abbandonata dall'amore e che trova in Jeremy , proprietario di quei tipici bar della Grande Mela, un po' ritrovi e un po' circoli, un inatteso complice della sua tristezza; passa in quel bar le sue serate parlando , ricordando e mangiando ciò che alla chiusura rimane non consumato, tra cui una bellissima torta ai mirtilli che, stranamente, nessuno mangia e che Jeremy invece si ostina a preparare ogni sera. Tra i due c'è feeling profondo, c'è comunanza di esperienze ed il giorno prima della partenza della ragazza, c'è anche un bacio, forse carpito da jeremy a lei che sonnecchia, faccia sul tavolino del bar e labbra ancora increspate da un sottile strato di panna.
Elizabeth parte, eroina on the road tipicamente yankee, per un viaggio che deve essere catarsi e rinascita, tenendosi però sempre in contatto con l'amico mediante lettere.
Nel suo peregrinare fino alla desertica e squallida Las Vegas svolgerà diversi lavori, incontrerà svariati personaggi, tutti lacerati da storie difficili, tutti irrimediabilmente soli e in balia della vita , tutti disperati, probabilmente ben più di lei.
Tornerà Elizabeth, in quel bar dove Jeremy ha continuato a preparare la torta al mirtillo e stavolta il bacio chiuderà in maniera ermetica il cerchio.
La poetica di Wong c'è tutta, pari pari come in In The mood for love ; d'altronde cambiare faccia a Maggie Cheung o a Tony Leung non è sufficente a fargli cambiare pagina, semmai dimostra ancora una volta l'universalità della sua arte poetica e del suo lirismo, senza mai, in nessun istante cadere nel melenso e nel romanticismo più dozzinale.
L'on the road esalta la forza dei sentimenti che Wong getta sullo schermo, avvalendosi sempre di uun cromatismo e di una potenza visiva che non riescono mai a stancare, coadiuvato in questo caso dalla fotografia di Darius Kondji in luogo del fedelissimo Chris Doyle.
La grandissima forza dei sentimenti, motore primigenio dell'arte di Wong, rende questo film bellissimo, ennesimo capitolo di una opera lirica che non ci stancheremo mai di seguire , certi che il Grande Maestro saprà donarci ancora momenti di Cinema da vivere con emozione e , perchè no, con gli occhi umidi e una torta ai mirtilli davanti.
Elizabeth è una ragazza che vive a New York , irrimediabilmente abbandonata dall'amore e che trova in Jeremy , proprietario di quei tipici bar della Grande Mela, un po' ritrovi e un po' circoli, un inatteso complice della sua tristezza; passa in quel bar le sue serate parlando , ricordando e mangiando ciò che alla chiusura rimane non consumato, tra cui una bellissima torta ai mirtilli che, stranamente, nessuno mangia e che Jeremy invece si ostina a preparare ogni sera. Tra i due c'è feeling profondo, c'è comunanza di esperienze ed il giorno prima della partenza della ragazza, c'è anche un bacio, forse carpito da jeremy a lei che sonnecchia, faccia sul tavolino del bar e labbra ancora increspate da un sottile strato di panna.
Elizabeth parte, eroina on the road tipicamente yankee, per un viaggio che deve essere catarsi e rinascita, tenendosi però sempre in contatto con l'amico mediante lettere.
Nel suo peregrinare fino alla desertica e squallida Las Vegas svolgerà diversi lavori, incontrerà svariati personaggi, tutti lacerati da storie difficili, tutti irrimediabilmente soli e in balia della vita , tutti disperati, probabilmente ben più di lei.
Tornerà Elizabeth, in quel bar dove Jeremy ha continuato a preparare la torta al mirtillo e stavolta il bacio chiuderà in maniera ermetica il cerchio.
La poetica di Wong c'è tutta, pari pari come in In The mood for love ; d'altronde cambiare faccia a Maggie Cheung o a Tony Leung non è sufficente a fargli cambiare pagina, semmai dimostra ancora una volta l'universalità della sua arte poetica e del suo lirismo, senza mai, in nessun istante cadere nel melenso e nel romanticismo più dozzinale.
L'on the road esalta la forza dei sentimenti che Wong getta sullo schermo, avvalendosi sempre di uun cromatismo e di una potenza visiva che non riescono mai a stancare, coadiuvato in questo caso dalla fotografia di Darius Kondji in luogo del fedelissimo Chris Doyle.
La grandissima forza dei sentimenti, motore primigenio dell'arte di Wong, rende questo film bellissimo, ennesimo capitolo di una opera lirica che non ci stancheremo mai di seguire , certi che il Grande Maestro saprà donarci ancora momenti di Cinema da vivere con emozione e , perchè no, con gli occhi umidi e una torta ai mirtilli davanti.
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