Giudizio: 7.5/10
Politica e commedia
Il film narra gli eventi avvenuti nella notte del 26 ottobre del 1979 che portarono all'omicidio del Presidente coreano Park Chung-hee e delle sue guardie del corpo per mano del Capo dei servizi segreti Kim.
Va detto subito che il regista si è ben guaradto dal dare un taglio da cronaca storica alla pellicola, il che creerà qualche imbarazzo per chi non conosce la storia coreana; anzi per molti aspetti siamo di fronte ad una commedia noir , seppur violenta in alcuni passaggi. Non sono i fatti e le conseguenze che portarono ad interessare Im , bensì la descrizione lucida, austera e a tratti sarcastica che tratteggia dell'ambiente legato alle alte sfere politico militari, fatto di corruzione, festini piccanti e mancanza totale di etica.
In tutto il film si respira aria di squallore, perfino nelle gesta dei pochi congiurati, alcuni dei quali totalmente ignari di quello che stava accadendo gettati in una impresa chiaramente approssimativa e priva di qualsiasi disegno.
La stessa figura del Presidente Park ne esce quasi ridicolizzata, così filo-giapponese e così gretto, dedito alla compagnia prezzolata di giovani fanciulle , deriso sottilmente dai suoi stessi collaboratori e pianto con atteggiamenti quasi isterici all'obitorio con un capello da militare pudicamente posato sui genitali a coprirne le nudità.
Nel finale sapremo il destino toccato in sorte ai congiurati il che è ben lungi dal conoscere la verità "vera", ma non era certo questo lo scopo del film.
Park fu amato e odiato in patria, visto che sotto la sua presidenza-dittatura la Corea prese il volo come potenza industriale e uscì da una povertà spaventosa a scapito però delle più ovvie regole democratiche, ma qui lo vediamo nella sua solitudine forte solo del suo potere che gli consente tutto, anzi viene quasi il dubbio che il regista, per convinzione o per opportunismo, abbia un atteggiamento abbastanza indulgente verso di lui.
Il film nel suo insieme regge bene, a momenti rifulge anche di luce purissima, soprattutto in alcune scene (il volo d'uccello sul luogo della strage, la corsa in auto in una Seoul dai viali sterminati e deserti) e la mano che disegna i protagonisti è ferma e decisa, grazie anche ad uno stile pulito ed essenziale.
Naturalmente il film in Italia non è mai uscito, privandoci ancora una volta della possibilità di approfondire la conoscenza di una filmografia coreana sempre più convincente.
Va detto subito che il regista si è ben guaradto dal dare un taglio da cronaca storica alla pellicola, il che creerà qualche imbarazzo per chi non conosce la storia coreana; anzi per molti aspetti siamo di fronte ad una commedia noir , seppur violenta in alcuni passaggi. Non sono i fatti e le conseguenze che portarono ad interessare Im , bensì la descrizione lucida, austera e a tratti sarcastica che tratteggia dell'ambiente legato alle alte sfere politico militari, fatto di corruzione, festini piccanti e mancanza totale di etica.
In tutto il film si respira aria di squallore, perfino nelle gesta dei pochi congiurati, alcuni dei quali totalmente ignari di quello che stava accadendo gettati in una impresa chiaramente approssimativa e priva di qualsiasi disegno.
La stessa figura del Presidente Park ne esce quasi ridicolizzata, così filo-giapponese e così gretto, dedito alla compagnia prezzolata di giovani fanciulle , deriso sottilmente dai suoi stessi collaboratori e pianto con atteggiamenti quasi isterici all'obitorio con un capello da militare pudicamente posato sui genitali a coprirne le nudità.
Nel finale sapremo il destino toccato in sorte ai congiurati il che è ben lungi dal conoscere la verità "vera", ma non era certo questo lo scopo del film.
Park fu amato e odiato in patria, visto che sotto la sua presidenza-dittatura la Corea prese il volo come potenza industriale e uscì da una povertà spaventosa a scapito però delle più ovvie regole democratiche, ma qui lo vediamo nella sua solitudine forte solo del suo potere che gli consente tutto, anzi viene quasi il dubbio che il regista, per convinzione o per opportunismo, abbia un atteggiamento abbastanza indulgente verso di lui.
Il film nel suo insieme regge bene, a momenti rifulge anche di luce purissima, soprattutto in alcune scene (il volo d'uccello sul luogo della strage, la corsa in auto in una Seoul dai viali sterminati e deserti) e la mano che disegna i protagonisti è ferma e decisa, grazie anche ad uno stile pulito ed essenziale.
Naturalmente il film in Italia non è mai uscito, privandoci ancora una volta della possibilità di approfondire la conoscenza di una filmografia coreana sempre più convincente.
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