Giudizio: 7/10
La nuova commedia italiana in agrodolce
Commedia agrodolce con un pizzico di giovanilismo, una bella dose di problemi famigliari, un dipinto non proprio limpido di una provincia che rimanda con la memoria alla felliniana Rimini de I Vitelloni e , dulcis in fundo, un cast di attori bravissimi : ecco finalmente un film italiano, che pur non toccando vette eccelse, da un po' di ossigeno e di ottimismo alla nostra cinematografia.
Mastandrea, rocker intimista e un po' sfigato (la ragazza lo molla per un rocker di un'altra band), torna alla terra natia, fuggendo da Roma ove si era trasferito in cerca di gloria musicale.
Tornato a casa, spera di trovare un po' di confortante tranquillità che lo allontani dalle ambascie artistiche ed esistenziali; ovviamente non sarà così : il padre, reduce da un infarto, passa il tempo giocando a golf, la madre si affida alle cure di una specie di guru col tamburo, il fratello dirige con esiti pessimi l'azienda di famiglia prossima al tracollo e la sorella , ad un passo dalla laurea , pensa solo ai delfini dell'acquario.
Ma il peggio deve ancora arrivare, visto che il ritorno di Mastandrea avrà l'effetto di una deflagrazione violenta portando alla luce menzogne e verità nascoste sparate a raffica e celate fino a quel momento da una falsa tranquillità e quieto vivere.
Pur in questo caos famigliare e affettivo, molte cose troveranno la giusta collocazione, perchè comunque la forza riparatrice della famiglia , nella sua accezione latina, può compiere il miracolo (ma sarà vero?).
Pur avendo il taglio classico della commedia, la storia si tinge spesso di colori cupi e melanconici e accanto a momenti che strappano sorrisi (alcune battute o soliloqui di Battiston ad esempio) ve ne sono altri in cui la faccia da cane bastonato di Mastandrea ed il suo ermetismo parlano molto amaro.
Indubbiamente siamo nel filone della commedia all'italiana rivisitata e corretta che tanto potrebbe donare al nostro cinema, a dimostrare che basta raccontare le storie (italiane) bene, con garbo ed intelligenza per creare una pellicola che soddisfi chi non vuole arrendersi ai vacanzieri , ai muccinari e alla stoltezza.
Mastandrea, rocker intimista e un po' sfigato (la ragazza lo molla per un rocker di un'altra band), torna alla terra natia, fuggendo da Roma ove si era trasferito in cerca di gloria musicale.
Tornato a casa, spera di trovare un po' di confortante tranquillità che lo allontani dalle ambascie artistiche ed esistenziali; ovviamente non sarà così : il padre, reduce da un infarto, passa il tempo giocando a golf, la madre si affida alle cure di una specie di guru col tamburo, il fratello dirige con esiti pessimi l'azienda di famiglia prossima al tracollo e la sorella , ad un passo dalla laurea , pensa solo ai delfini dell'acquario.
Ma il peggio deve ancora arrivare, visto che il ritorno di Mastandrea avrà l'effetto di una deflagrazione violenta portando alla luce menzogne e verità nascoste sparate a raffica e celate fino a quel momento da una falsa tranquillità e quieto vivere.
Pur in questo caos famigliare e affettivo, molte cose troveranno la giusta collocazione, perchè comunque la forza riparatrice della famiglia , nella sua accezione latina, può compiere il miracolo (ma sarà vero?).
Pur avendo il taglio classico della commedia, la storia si tinge spesso di colori cupi e melanconici e accanto a momenti che strappano sorrisi (alcune battute o soliloqui di Battiston ad esempio) ve ne sono altri in cui la faccia da cane bastonato di Mastandrea ed il suo ermetismo parlano molto amaro.
Indubbiamente siamo nel filone della commedia all'italiana rivisitata e corretta che tanto potrebbe donare al nostro cinema, a dimostrare che basta raccontare le storie (italiane) bene, con garbo ed intelligenza per creare una pellicola che soddisfi chi non vuole arrendersi ai vacanzieri , ai muccinari e alla stoltezza.
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